mercoledì 27 marzo 2013

VIGLIACCHI A FERRARA

Oggi a Ferrara un tristo manipolo di “sindacalisti di polizia” ha partorito un’idea geniale: andare sotto la finestra dell’ufficio dove lavora la mamma di Federico Aldrovandi a manifestare solidarietà ai poliziotti condannati per la condotta colposa che causò la morte di Federico, suo figlio. Con tutti i posti dove potevano andare per manifestare la loro sinistra vicinanza, hanno scelto di sfilare sotto il naso della madre del ragazzo. 
La mamma di Federico allora è scesa in strada per affrontarli, da sola, in mano una foto del figlio con il volto tumefatto dalla violenza subita. Una madre che ha perso un figlio giovane in questo modo non ha più paura di nulla. Non c’è più nulla a questo mondo che possa spaventarla, perché la cosa più spaventosa le è già accaduta. Figuriamoci se può intimorirla un gruppuscolo di figuri come quello che sporcava oggi, coi suoi passi luridi, le strade di Ferrara.



Loro invece si sono spauriti. Le hanno voltato le spalle, ma non era disprezzo. Era paura, terrore di guardare il faccia il dolore, il dolore di un figlio morto. Paura di affrontare il dolore di una madre. Naturalmente erano tutti maschi. Questi  loschi individui colpiscono di nascosto, all’ombra delle loro tristi bandiere concepiscono le loro misere iniziative. Sicuramente qualcuno di loro ha figli, che non invidio.
Non mi interessa cercare di capire perché lo abbiano fatto. Normalmente sono interessato a cercare di comprendere le motivazioni che stanno dietro ai comportamenti umani, anche i più scellerati. Ma non in questo caso. Qui non c’è nulla che meriti di essere indagato. Non c’è nulla che abbia a che fare con una qualche forma di solidarietà di corpo. L’unica cosa che mi sento di precisare, a proposito delle panzane che circolano tipo “solo i poliziotti stanno in carcere per un delitto colposo”, è che questi non starebbero in carcere, se almeno se ne fossero stati tranquilli dopo le due sentenze che li hanno condannati.
Macché: hanno continuato ad insolentire, ad infangare, a vilipendere le vittime di questa tragedia.  Sono diventati ostinatamente indifendibili, perché hanno voluto con tutte le loro forze esserlo. Indifendibili. Non c’è basso stipendio o scarso addestramento o turni pesanti o stress che reggano di fronte a cotanta protervia. E allora che paghino il loro debito. E che i vigliacchi che sfilano sparuti per le strade in loro nome, che costoro siano inghiottiti dalle fogne, inseguiti dal Sindaco. 

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