domenica 14 ottobre 2012

GAY CLOCKWORK ORANGE

Un amico che mi aiuta spesso a far lavorare il cervello mi ha segnalato una notizia: la California è il primo Stato americano ad aver di recente bandito la “terapia riparativa” degli omosessuali. Vuol dire che tutti gli altri Stati continuano a finanziare protocolli di cura dell’omosessualità.
Non esiste un’ unica modalità di questa “terapia”. Ve ne sono molte, alcune più blande, altre decisamente screziate di tortura: bobine incandescenti di rame ai polsi, aghi sotto le unghie elettrificati ed associati ad immagini di rapporti omosessuali, roba così.
Anche a voi viene in mente la terapia di Alex? Alex è il protagonista di Arancia Meccanica: bastona, stupra ed ammazza a titolo gratuito, sulle note di Rossini e Beethoven. Un criminale per scelta, senza alcuna giustificazione sociale. Per avere la meglio sul suo criminale libero arbitrio, lo Stato decide di curarlo con la “terapia dell’avversione”: gli viene dato un farmaco che gli induce una nausea estrema,  ed alla somministrazione viene associata la visione forzata di scene violente sulle note di Beethoven. Al termine della cura, Alex diventa un mansueto animale domestico dalla fiera selvaggia che era. Il suo malvagio libero arbitrio è stato chimicamente castrato.
Anthony Burgess, lo scrittore di Arancia Meccanica(per non dire di Kubrick, che ne ha tratto una celeberrima pellicola)scrive e ribadisce di inorridire alla prospettiva di uno Stato che, per combattere il Male, congela il libero arbitrio delle persone. La rappresentazione critica  che esce da queste opere d’arte è quella di uno Stato genuinamente e scientemente totalitario. E’ un tema impegnativo e disturbante, sul quale si possono legittimamente avere opinioni opposte. Sui due piatti della bilancia, infatti, ci sono beni essenziali da preservare secondo il diritto naturale: sopra un piatto, la necessità di difendere il consorzio umano dalla violenza gratuita ed estrema; sopra l’altro piatto, il diritto dell’essere umano alla libera scelta, che contempla anche la scelta del male.





La “terapia riparativa” dell’omosessualità – così chiamata in quanto postula che la preferenza sessuale “omo” sia frutto di un danno perpetrato nell’infanzia da una dinamica genitoriale malata, danno appunto da riparare -  sostiene di essere utile perché cura una sofferenza: quella dell’individuo “egodistonico”, che sarebbe una persona che soffre per una omosessualità non in sintonia con la sua vera natura; insomma un omosessuale che vorrebbe essere eterosessuale, e che quindi va aiutato a diventarlo.
Boh. Ci avete capito qualcosa? Io ho capito questo: su un piatto della bilancia c’è il diritto dell’essere umano alla libertà dell’orientamento sessuale; sull’altro piatto c’è(ci sarebbe) il diritto dello stesso essere umano a non soffrire per questa libertà.
Non ci sentite qualcosa che stride? Anzitutto: chi è che decide che questa persona sta soffrendo? E se soffre per ragioni che hanno a che vedere con il suo orientamento sessuale,  come si fa a sapere quali sono? Non potrebbe essere che la sua sofferenza abbia a che fare con la durezza di dover celare, per ragioni sociali e culturali, qualcosa che si vorrebbe vivere in serenità?
Se chiediamo al pugile Orlando Cruz, al sex symbol Ricky Martin, al cantante Tiziano Ferro  di spiegare perché ci hanno messo tanto a “confessare” , quale pensate possa essere la loro risposta? Volevo tanto essere etero ma purtroppo sono gay?
Non voglio approfondire come, non nell’integralismo religioso o nell’ignoranza dell’incultura di massa, ma nella psichiatria, che di sé dice di essere una disciplina scientifica, abbia potuto farsi largamente strada la teoria dell’omosessualità come patologia. Una patologia altera lo stato di salute di una persona, oppure altera lo stato di salute di chi subisce qualcosa ad opera del “malato”. Mi sfugge come un libero orientamento sessuale possa alterare uno stato di salute in uno di questi due sensi.
Mi pongo invece questa domanda: quale è l’interesse posto sull’altro piatto della bilancia che giustifica la possibilità di “riparare” l’orientamento sessuale? Ci deve essere, questo interesse, se tuttora  la quasi totalità degli Stati della Confederazione degli Stati Uniti d’America(secondo un luogo comune, il Paese delle libertà civili) spendono soldi e risorse umane e scientifiche per apprestare protocolli di cura dell’omosessualità – protocolli, sia detto per inciso, che si rivolgono ai bambini o agli adolescenti, destinatari loro malgrado di atti di disposizione del proprio corpo disposti dai loro genitori con la complicità di alcuni medici.
Ripeto: quale è questo interesse? Dove sta il male, la violenza, la sopraffazione, l’oppressione, la sottomissione, la prepotenza; dove sta il crimine nel fatto di avere un orientamento sessuale diverso da quello della maggioranza delle persone?
Tornando al parallelismo con Arancia Meccanica: in questo caso l’interesse alla preservazione del genere umano dal Male non sussiste. Quindi rimane solo un piatto della bilancia, sopra il quale campeggia l’interesse a  “curare” gli orientamenti privati ed intimi delle persone. Un interesse tipico di uno Stato totalitario.