venerdì 28 dicembre 2012

DON PIERO IL CALIFFO DI LERICI

Finalmente!  Basta con le migliaia di anni di guerre pie e sante combattute in nome della rasatura al suolo degli infedeli, di quelli che credono in un dio minore, non rivelato, impostore; basta con le Crociate coloniali di eserciti che, nel nome di Cristo, soffocavano nel sangue la presunta invasione musulmana del mondo; basta con le jihad proclamate dai califfi e imam, esegeti autentici della parola del Corano contro l’Occidente cristianizzato e corrotto, che armano le anime di giovani suicidi bombaroli islamici forniti di brillanti curricula universitari ad Harvard.


Finalmente un uomo ha riunito sotto un comune denominatore le religioni rivelate. Finalmente un uomo ha messo d’accordo bigotti  e stupratori di ogni risma, religione e colore, rendendo anacronistica ogni contesa bellica per la preminenza dell’Islam sulla Cristianità o, viceversa, ogni evangelizzazione forzosa nel nome del Padre. Quest’uomo ha l’inestimabile merito di avere finalmente riunito dentro lo stesso alveo le grandi tradizioni affluenti della fede umana, mai incontratesi ed anzi sempre ottusamente combattutesi . La grandezza di quest’uomo sta nell’aver mostrato, con l’evidenza di una rivelazione, la radice comune alle due grandi religioni – una comune radice talmente evidente da non essere colta, come quando cerchi in tutti gli anfratti e i nascondigli, senza trovarla, una cosa che hai lì, davanti al naso: il disprezzo per la donna.       
Don Piero, parroco di San Terenzo, ha detto e scritto sulla porta della sua Chiesa che le donne che vengono violentate ed ammazzate se la sono cercata. Le sgualdrine vanno in giro praticamente nude, per cui non si possono lamentare se poi l’uomo le stupra o le fa fuori. L’uomo, beninteso, non l’omo, come quel giornalista che, chiedendo a  Don Piero il Califfo di precisare il suo pensiero, se l’è cercata come le sgualdrine: e si è beccato del frocio. Tecnicamente l’ uomo che, alla vista di una donna succinta, non nutre pensieri omicidi.
Don Piero il Califfo si è difeso dicendo che le sue idee non sono sue – affermazione di modestia che non fa che accrescerne la grandezza. In realtà lui non ha fatto che citare le tesi di Pontifex, un autorevole sito di cattolicesimo col cilicio hardcore. Ci sono andato, sul sito Pontifex: non riuscivo più ad uscirne. Ad un certo punto ho attivato sul pc la procedura per chiudere i programmi: si sono chiusi tutti, tranne Pontifex, che anzi fagocitava le altre pagine. Ho dovuto spegnere. Un fulgido esempio di integralismo liquido: se entri in me non uscirai più, neanche se vuoi.
Il capolavoro finale della Chiesa, che la prepara ad un’inopinata fusione con la fintamente ostile tradizione islamica, è la sua attuale ignavia. E’ Don Piero il Califfo che deciderà del suo destino: di sé dice di avere forse bisogno di riposo, ma che non smetterà l’abito talare.  Lo aspettiamo in politica: sempre se deciderà di spretarsi. Sua sponte, naturalmente.

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